Il settore della ceramica, fiore all’occhiello del made in Italy e vanto della nostra provincia, si trova in mezzo alla tempesta perfetta: al mai risolto problema dell’energia, che mina la competitività delle imprese del territorio, si sono aggiunti i dazi di Trump, che penalizzano fortemente il settore, da sempre votato all’export. Negli Stati Uniti, che da soli valgono il 10% delle esportazioni di piastrelle, il dazio rischia di salire da 1,70 a 3,70 €/m², con una potenziale perdita di ricavi per il comparto pari a 52 milioni di euro in un solo anno. Tutto questo mentre l’energia continua a penalizzare la ceramica italiana: l’energia elettrica nel distretto sassolese arriva a costare il 64% in più rispetto alla Spagna; il gas il 12%. Se nonostante le difficoltà l’industria italiana è sempre riuscita a collocarsi ai vertici mondiali per valore dell’export, adesso il primato rischia di essere compromesso non solo dai costi di produzione, ma anche dalla concorrenza dell’India, le cui piastrelle arrivano in Europa a prezzi stracciati, fuori dagli standard ambientali e salariali UE. Il sistema ETS europeo, infine, ha già frenato gli investimenti nel distretto, che nel 2024 sono calati del 20% rispetto agli anni precedenti. A mettere in fila questi numeri che danno l’idea del quadro drammatico che sta vivendo la ceramica è la Femca Cisl, che propone di affrontare la crisi coinvolgendo maggiormente i lavoratori nelle scelte strategiche, dalla gestione dell’energia, alla programmazione degli investimenti, fino al miglioramento dei processi produttivi, in attesa che si muova la politica, italiana ed europea, a tutela di un settore trainante per la nostra economia