Timidi segnali di ripresa per il commercio al dettaglio in Emilia-Romagna, ma il passo resta lento e insufficiente a contrastare l’aumento dei prezzi. Tra aprile e giugno le vendite sono cresciute dello 0,2% rispetto allo scorso anno, mentre l’inflazione ha superato il 2%, riducendo il potere d’acquisto delle famiglie. A trainare il settore sono stati i grandi punti vendita: ipermercati, supermercati e grandi magazzini hanno segnato un +3,5%, mentre la piccola e media distribuzione ha registrato cali diffusi. Lo specializzato alimentare è rimasto stabile ma non ha compensato il rincaro dei beni alimentari, superiore al 3%. Nei comparti non alimentari le difficoltà hanno riguardato soprattutto abbigliamento, accessori e prodotti per la casa ed elettrodomestici. Sul fronte delle imprese, nel trimestre si contano 383 nuove iscrizioni, in linea con il 2024. Al 30 giugno le attività registrate erano 41.259, in lieve calo rispetto all’anno precedente. Secondo l’indagine di Camere di commercio e Unioncamere, il settore mostra segnali di stabilizzazione: le giacenze sono più equilibrate, meno imprese dichiarano cali nelle vendite e le aspettative restano improntate alla stasi. Un commercio che prova a rialzarsi, ma ancora frenato dall’inflazione e sostenuto soprattutto dai grandi operatori della distribuzione.

COMMERCIO AL DETTAGLIO, IN E-R RIPRESA LIEVE MA SOTTO L’INFLAZIONE
Nel secondo trimestre 2025 il commercio al dettaglio in Emilia-Romagna cresce solo dello 0,2% rispetto all’anno precedente, insufficiente a compensare l’inflazione. Lo rileva il report di Unioncamere.