Nelle sue tele si cammina scalzi tra i ricordi, si respira un’Italia che non c’è più: corti, fontane, volti sinceri. Ma non è solo nostalgia. Sullo sfondo affiorano palazzi, ciminiere, rottami. Perché Camellini racconta anche il dolore del cambiamento, il presente in cui “conta più l’apparire che l’essere”. Eppure, nei suoi colori, c’è sempre una via d’uscita, una speranza per un mondo migliore. Cinquant’anni di pittura naïf, nati dall’urgenza di salvare ciò che scompare: l’infanzia, la vita semplice, i sentimenti veri. Otto sue tele sono esposte alla Tabaccheria Vento, in via del Perugino. Nato a Novellara nel 1951, Camellini dipinge dal ‘74. Invece di scrivere un diario, ha preso i colori. Lavora con l’acrilico su tela, rapido e intenso, ma la forza è nello sguardo: quello di un bambino, anche quando racconta l’amarezza. Ha esposto in Italia e all’estero, ricevendo riconoscimenti importanti, tra cui la medaglia d’onore al valore artistico del Presidente della Repubblica e il primo premio al concorso internazionale naïf di Varenna. Ma il successo non ha scalfito l’autenticità della sua arte, rimasta fedele alla vita vera: alla terra, alle case, all’acqua — che ha controllato per anni come tecnico ARPA — e, più di tutto, alla gente. La mostra è visitabile fino al 30 agosto.
