Nel video Chiara Dall’Olio Curatrice di Fondazione Ago

Non una reliquia d’oro, non un trofeo solenne, ma un semplice secchio di legno e ferro, custodito nella Torre Ghirlandina come simbolo di una memoria che attraversa i secoli. È questa la “Secchia rapita” che Mimmo Jodice fotografò nel 1994 per la mostra collettiva “Gli occhi sulla città”, e con la quale oggi Modena sceglie di ricordare uno dei più grandi fotografi italiani e internazionali, venuto a mancare ieri sera all’età di 91 anni. In quella fotografia, Jodice con un gioco tra le luci e le ombre è riuscito a trasformare un oggetto quotidiano in un frammento di storia e di poesia.

A Modena aveva trovato una casa ideale per la sua ricerca, esponendo nel 2009 con “Uno” e nel 2014 con “Arcipelago del mondo antico”, dove le civiltà del Mediterraneo si intrecciavano in un viaggio senza tempo. Le sue immagini, sospese e silenziose, continuano a parlare di radici comuni e di bellezza universale, conservando intatta la forza di uno sguardo che non smette di interrogare il mondo.