Uno scatto che riusciva a creare una poesia. Questo il pensiero che è arrivato forte ancora oggi, nel giorno in cui si è svolta la cerimonia funebre di Franco Vaccari, al Terracielo Funeral Home di via Emilia Est. Un commiato intenso e partecipe per un artista che ha saputo trasformare la fotografia in pensiero, gesto e visione. Vaccari si è spento il 12 dicembre scorso, a 89 anni, nella sua Modena, la città che lo ha visto nascere e alla quale è rimasto profondamente legato. In tanti hanno voluto esserci, per un ultimo saluto e per stringersi attorno alla famiglia, in un clima di affetto e riconoscenza. Il suo nome è indissolubilmente legato alla XXXVI Biennale di Venezia del 1972, quando con un’intuizione semplice e rivoluzionaria anticipò di decenni l’era dei selfie. Fece installare una cabina per fototessere e la mise a disposizione dei visitatori, invitandoli a lasciare il proprio autoritratto: un gesto che ribaltava il ruolo dell’artista e trasformava il pubblico in protagonista, dando forma a un’opera viva, collettiva, imprevedibile. E proprio attraverso la sua opera, le immagini e il pensiero che ci ha lasciato, Franco Vaccari continuerà a essere presente. Il suo sguardo resta, e con esso la sua capacità di parlare al tempo di oggi e a quello che verrà.







































