Il Duomo torna ad accogliere le celebrazioni del Santo Patrono della città. I lavori di consolidamento hanno permesso di mettere in sicurezza un gioiello storico e architettonico dal valore riconosciuto dall’Unesco come bene protetto

Ha riaperto le sue porte il Duomo di Modena dopo i lavori di consolidamento necessari a seguito del sisma del 2012 che lo ha reso in parte inagibile per oltre un anno. Su navate libere da impalcature e più solide ha accolto questa mattina i tanti modenesi che hanno voluto rendere omaggio al Santo Patrono. Iniziato nel 1099 seguendo il progetto dell’architetto Lanfranco, maestro “famoso per ingegno, sapiente e esperto, direttore e maestro di questa costruzione” come riferisce una lapide murata all’esterno dell’abside maggiore, la chiesa di Modena è stata consacrata nel 1184, mentre la pietra che la completò venne poggiata nel 1319. Un rapporto speciale lega il Duomo ai suoi cittadini. Fu proprio il popolo a volere la cattedrale così come la conosciamo oggi: una grande casa per i fedeli che iniziò ad essere costruita in assenza del vescovo. Quando nel 1100 l’arcivescovo Dodone, nominato da papa Urbano II, arrivò a Modena, il cantiere era già aperto. Caratterizzato dall’inconfondibile rosone sulla facciata ovest, dal tetto a spioventi e dalle decorazioni del rinomato scultore Wiligelmo, il Duomo di Modena, insieme alla torre campanaria e alla piazza, è stato riconosciuto come bene protetto dall’Unesco nel 1997 per essere espressione incredibilmente ben conservata dello stile romanico. Ma il valore della Cattedrale non è solo architettonico. Nella cripta, una sorta di chiesa sotterranea, sono custodite le reliquie di San Geminiano, l’amato Vescovo e Patrono della città a cui sono attribuiti diversi miracoli. Leggenda vuole che il Santo salvò i modenesi dalle orde degli Unni guidati da Attila facendo calare una fitta nebbia che impedì agli invasori di vedere la città. Ma San Geminiano è anche noto per aver liberato numerose persone dal demonio, guadagnando la fama di esorcista, così come illustra un prezioso bassorilievo di Wiligelmo scolpito sull’architrave della Porta dei Principi del Duomo. Le ossa e i resti del Santo, contenuti in un sarcofago, sono ancora oggi oggetto di preghiera e venerazione da parte dei fedeli.