Si sono concluse le indagini preliminari sul duplice omicidio, avvenuto il febbraio scorso a Zocca, nel quale sono stati brutalmente uccisi a colpi di roncola i fratelli Ugo e Breno Bertarini. Nel dispositivo della Procura sono state confermate le pesanti accuse a carico di Angelo Rainone, principale imputato. Il 50enne di Montese rimane in carcere
Omicidio aggravato dal legame di parentela e dalla crudeltà con cui è stato commesso. Il 27 febbraio scorso, a colpi di roncola, 27 fendenti alla gola e in varie parti del corpo hanno ucciso Ugo Bertarini, 73 anni, mentre sono stati 42 i fendenti che hanno dilaniato il corpo del fratello minore Breno. Tutto è avvenuto nella casa isolata di Zocca, dove Ugo Bertarini risiedeva e aveva sede la sua piccola azienda agricola. Lì i due si trovavano la sera del 26 febbraio e sempre lì la mattina seguente i corpi sono stati ritrovati in un bagno di sangue e in una scena degna di un film horror. Accuse confermate nel dispositivo con cui la procura ha notificato nel carcere di San Anna al principale imputato Angelo Rainone, 50 anni, cognato della vittima Ugo Bertarini, l’avviso di conclusione delle indagini preliminari condotte dal Pubblico Ministero Lucia De Santis. Un dispositivo che riassume anche i dissapori e le minacce che Rainone, separato da tempo dalla figlia di Ugo, Rosanna, avrebbe espresso nei confronti dei due anziani nei mesi precedenti all’omicidio. Liti che dalle carte sembravano generare da questioni di eredità e di soldi che per l’imputato gli sarebbero spettati a seguito della separazione. Fino alle minacce che secondo gli inquirenti sono sfociate a gennaio e a febbraio, pochi giorni prima del delitto da parte di Rainone nei confronti di Breno e Ugo Bertarini presso l’azienda agricola Monte San Giacomo e presso l’abitazione del cognato proferendo verso di lui frasi offensive con la minaccia del “te lo farò pagare”. Il tutto, salvo la richiesta di rito abbreviato, approderà in Corte di Assise. In attesa degli sviluppi, Angelo Rainone rimane in carcere.
