L’uso dei social e la dipendenza diffusa da smartphone sono segnali di un disagio giovanile che non riesce ad esprimersi in famiglia e nei gruppi di amici. Alla Palazzina Pucci di Modena un importante momento di confronto tra esperti e genitori sull’uso e l’abuso delle nuove tecnologie
Impariamo a leggere l’uso e l’abuso degli smartphone, dei social e dei videogames non solo come male e degenerazione ma come opportunità per entrare in contatto con i propri figli ed i giovani. Insomma telefonini intesi non come causa dell’alienazione e di distacco dalla realtà ma come conseguenza ed espressione di un disagio giovanile che è prima di tutto nella società e nella mancanza di relazioni reali. E’ questa prospettiva nella lettura della dipendenza da smartphone, che le esperte psicoterapeute Maria Chiara Fiorini e Maria Cristina Florini hanno condotto i partecipanti alla serata organizzata venerdì scorso alla palazzina Pucci di Modena dal titolo relazioni virtuali, luogo di incontro o di fuga. Ed è così che, pur senza spiare telefoni e senza pretendere di diventare e condividere le esperienze social dei propri figli, gli smartphone possono diventare strumento per fare capire ai genitori e agli adulti la presenza di un disagio e di un bisogno, che i giovani sono pronti ad esprimere, si, ma solo se di fronte sentono adulti autorevoli e capaci di costituire un riferimento. Ed è qui che quando sono i genitori, che nell’uso dello smartphone si dimostrano a volte anche più infantili dei loro figli, che il parere dell’esperto diventa ancora più importante.
Nel video l’intervista a:
– Maria Cristina Florini, Psicoterapeuta Ausl Modena
– Maria Chiara Fiorini, Psicoterapeuta





































