Andrà in Tribunale lo scontro fra i parenti dei fratelli Paolo e Giulio Delfini, deceduti poco più di un anno fa, e la Curia di Modena a cui i due hanno deciso di donare l’intero patrimonio famigliare. Sono falliti, infatti, i tentativi di mediazione da parte della Chiesa.

Un cospicuo patrimonio donato in eredità alla Curia di Modena, ma i parenti non ci stanno ed ora la situazione sarà risolta in Tribunale. Fa ancora discutere il tema legato all’eredità di Paolo e Giulio Delfini, morti poco più di un anno fa. In due testamenti olografi rinvenuti al momento della morte dei fratelli e durante i mesi di lavoro per ricostruire il loro patrimonio, infatti, viene disposta la donazione di tutto il patrimonio familiare alla chiesa cattolica. I legali dei cinque parenti rimasti, però, cercheranno di dimostrare l’incapacità d’intendere e di volere per quanto riguarda la scelta di affidare tutto alla curia. La morte dei Delfini, infatti, avvenne in circostanze particolari: Giulio, 74enne, rientrò a casa e trovò Paolo, di un anno più giovane e da tempo malato, morto nel suo letto. Da qui l’adempimento delle ultime volontà ed il suicidio. Nel patrimonio dei fratelli Delfini figurano varie case a Modena, Medolla e Riccione, oltre al palazzo di Via Rua Muro dove si è consumata la tragedia e ad un terzo della casa di cura Villa Igea, fondata dal padre assieme ad altri soci. Nel corso del censimento dei beni sono state rifiutate le offerte della chiesa per chiudere senza strascichi questa storia, i parenti infatti hanno ritenuto non sufficiente la proposta ricevuta proprio dalla Diocesi.