Il passaggio del Pontefice nella bassa modenese deve servire anche come stimolo per curare le ferite provocate dal sisma. Bergoglio ha invitato a proseguire con la ricostruzione per recuperare anche i centri storici
Il 70% delle Chiese dell’aree colpite dal terremoto del 2012 sono ancora inagibili: il passaggio di Papa Francesco nella bassa modenese deve servire anche come stimolo per curare le ferite provocate dal sisma, ancora palesi nonostante la giornata epocale che ha visto il santo Padre deporre un mazzo di fiori sull’altare maggiore del Duomo di Mirandola ancora inagibile a causa delle scosse del 20 e 29 maggio di cinque anni fa. Bergoglio ha invitato a proseguire con la ricostruzione per recuperare anche i centri storici, una nota ancora dolente. Il Pontefice li ha definiti luoghi della memoria storica e spazi indispensabili della vita sociale ed ecclesiale, confermando la sua vicinanza e quella i tutta la Chiesa alle popolazioni duramente colpite dal terremoto del 2012, incoraggiando i modenesi sul cammino che ancora resta da fare nella ricostruzione. Intanto sono attese novità importanti sulla rinascita del Duomo di Mirandola, definito qualche settimana fa da Monsignor Cavina in condizioni pietose. Il Vescovo di Carpi, ha detto che sono cinque anni che i cittadini attendono con trepidazione l’inizio dei lavori per il recupero della loro Chiesa così amata, ma anche che l’attesa per il via del cantiere è ormai agli sgoccioli. Cavina ha comunicato che sono giunte alla Diocesi tutte le autorizzazioni che consentiranno entro l’estate l’avvio delle opere di riparazione, restauro e miglioramento sismico.






































