Ancora polemica per la celebrazione del decennale della scomparsa del Maestro Luciano Pavarotti all’Arena di Verona e non a Modena. Il sindaco Flavio Tosi ci ridicolizza grazie alle politiche culturali del sindaco Muzzarelli

‘Il ricordo di Pavarotti all’Arena e non a Modena? E’ normale, è come se ci fosse un grande campione del calcio mondiale che nasce in un piccolo paesino: bisogna ricordarlo in un grande stadio’. Persino il sindaco di Verona Flavio Tosi ridicolizza Modena. E’ questo il risultato delle drammatiche politiche culturali della giunta Muzzarelli. Umiliati da Verona, paragonati a un ‘piccolo paese’ non in grado di rendere il dovuto omaggio a quello che è stato il suo cittadino più illustre. La Modena con la marcia in più di Muzzarelli è questa: costretti ad ammirare il tributo al più grande tenore di sempre a livello mondiale non sotto la Ghirlandina, ma all’Arena. Con tutte le conseguenze economiche, di immagine e di prestigio che questo comporta. All’Arena Carreras e Domingo, a Modena l’Equipe84. Con tutto il rispetto per Maurizio Vandelli. Tosi è come il bimbo di Andersen. Guarda all’imperatore al sindaco-presidente della provincia-uomo forte di Modena, autoproclamatosi imperatore e dice la verità. Dice che il re è nudo. Dice che banalmente la Modena plasmata da Muzzarelli e’ a livello culturale un piccolo paesino. Da figurina appunto. Da figuretta. Muzzarelli, per sua stessa ammissione, non sapeva nulla della scelta di Nicoletta Mantovani e della Fondazione di celebrare i 10 anni della morte di Luciano a Verona. Assiste inerme allo scippo dicendosi ‘amareggiato’ e per colpa sua e dell’assessore Cavazza i modenesi sono costretti a vedersi derisi anche dal primo Tosi che passa. Evidentemente è questa la marcia in più che meritiamo. Fino alla prossima mostra insulsa da centinaia di migliaia di euro spacciata come ‘evento mondiale’. Fino a quando un altro sindaco ci deriderà. Fino a quando un altro bimbo svelerà le nudità della Modena del sindaco-forte.