Il 4 e 5 febbraio a Bologna si riuniranno le donne che hanno manifestato a Roma il 26 novembre al grido “Non una di meno!” per costruire un percorso di lotta comune contro la violenza maschile sulle donne. Siamo le stesse che il giorno dopo la manifestazione, il 27 novembre, in una partecipata assemblea hanno intrapreso la scrittura di un Piano femminista contro la violenza. Proprio in quell’occasione abbiamo raccolto l’appello lanciato dalle donne argentine per uno sciopero globale delle donne il prossimo 8 marzo, cui hanno aderito più di venti paesi. 

L’assemblea di Bologna ha l’obiettivo di proseguire nella scrittura del Piano femminista contro la violenza a partire dalle quotidiane esperienze di tutte le donne e le persone che si riconoscono nel rifiuto della violenza maschile, individuando 8 punti per l’8 marzo sui quali organizzare la nostra partecipazione allo sciopero globale delle donne. 

Vogliamo unirci alla marea globale determinata a rifiutare la violenza contro le donne in tutte le sue forme: l’oppressione psicologica, culturale e istituzionale che relega le persone in ruoli stereotipati, lo stupro e le molestie, l’abbattimento delle risorse destinate ai centri antiviolenza, la precarietà e i tagli del welfare che ci obbligano a svolgere il lavoro di cura e riproduttivo gratuitamente o in cambio di un misero salario, gli attacchi alla libertà sessuale e ai diritti riproduttivi, le discriminazioni e le gerarchie di genere che fin dai banchi di scuola invadono i media e l’intera società, il razzismo che colpisce ogni giorno le migranti. 

Sabato 4 febbraio i tavoli discuteranno le proposte per la costruzione del Piano femminista contro la violenza e i punti da includere nella piattaforma per l’8 marzo. Domenica 5 febbraio la discussione sarà invece dedicata allo sciopero: come possiamo interrompere e sovvertire ogni attività produttiva e riproduttiva? Quali pratiche possono esprimere il rifiuto dei ruoli imposti dal genere, di ogni forma di violenza contro le donne e della loro oppressione, dentro e fuori i luoghi di lavoro?