Nel video l’intervista a Marzio Govoni, Presidente Federconsumatori Modena
Il 2026 si aprirà con una nuova stangata per milioni di italiani. Dal 1° gennaio scatteranno infatti i rincari sulle accise del gasolio, una misura che colpirà in modo diretto soprattutto gli automobilisti, in particolare i 16,6 milioni di proprietari di auto diesel. L’incremento sarà di 4,05 centesimi al litro e garantirà allo Stato circa 552 milioni di euro nel 2026. È prevista una riduzione analoga dell’accisa sulla benzina, ma secondo le associazioni dei consumatori il beneficio rischia di restare solo teorico: la diminuzione della tassa potrebbe non tradursi in un reale calo dei prezzi alla pompa, o farlo in misura minima, a causa del riallineamento delle accise, di possibili speculazioni e della generale instabilità dei prezzi, elementi che andrebbero ad annullare di fatto il vantaggio per gli automobilisti. Nonostante i rincari, il gasolio resta il più utilizzato perché è centrale nel trasporto merci, nella logistica e nei settori agricolo e professionale. Alimenta la maggior parte dei mezzi aziendali, è più efficiente per veicoli pesanti e garantisce maggiori percorrenze. Questa forte dipendenza del sistema produttivo dal diesel rende difficile ridurne l’uso nel breve periodo, anche con prezzi più alti.







































