Disastro colposo è il reato contestato anche a  Rita Nicolini, ex dirigente modenese dell’Agenzia regionale di Protezione civile, che figura tra i 12 indagati nell’inchiesta della Procura di Ravenna sul collasso degli argini del Lamone, che causò tre alluvioni in Romagna in meno di diciotto mesi. La notte del 18 settembre 2024, l’esondazione del fiume travolse l’abitato di Traversara, estendendosi anche a Boncellino. Non ci furono vittime, ma i danni materiali furono ingenti. La Procura ha emesso avvisi di fine indagine. Secondo gli atti alcuni interventi ritenuti necessari sulle opere idrauliche non sarebbero stati realizzati. Inoltre, sembra che per i consulenti, alcune delle opere non avrebbero rispettato gli standard di sicurezza previsti dai piani regionali di mitigazione del rischio idraulico.  Oltre a Nicolini, geologa modenese di 57 anni, alla guida dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile dal 2019 al luglio 2024, figurano tra gli indagati altri dirigenti della Protezione civile, tecnici e direttori lavori. Per i pm, chi ricopriva posizioni di garanzia doveva conoscere i piani regionali per la mitigazione del rischio idraulico, previsti da oltre venti anni. Nei prossimi giorni Nicolini incontrerà i propri legali per prendere visione degli atti e valutare le prossime mosse.