Nel video l’intervista a Massimo Mezzetti, Sindaco di Modena
1700 realtà attive tra organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale, circa il 12 per cento della popolazione impegnata in attività gratuite per gli altri, una rete capillare di partecipazione che attraversa quartieri, scuole, parrocchie e territori. A Modena il volontariato non è un settore: è un’infrastruttura civile. Ed è da questi numeri, solidi e concreti, che dal 1° gennaio 2026 la città diventerà Capitale italiana del volontariato, ottenendo un riconoscimento nazionale che apre un anno intero di iniziative sotto il segno di “VolontariaMO. Il volontariato che connette”. Un titolo che sintetizza il senso di un 2026 pieno di iniziative pensate per valorizzare il ruolo dei volontari come costruttori di legami. Connessioni tra Terzo settore e istituzioni, tra pubblico e privato, tra benessere delle persone, sostenibilità sociale e ambientale, tra generazioni e territori, in una fase storica segnata da frammentazione e solitudine. Il programma 2026 conta oltre 170 eventi diffusi su tutto il territorio provinciale, dalle aree urbane alle zone interne del Frignano, e attraversa cultura, formazione, welfare, giustizia, ambiente e partecipazione democratica. Particolare attenzione è rivolta ai giovani, chiamati non solo a partecipare ma a co-progettare.







































