L’Emilia-Romagna detiene un primato che nessuno vorrebbe: tra le regioni italiane, è la seconda per numero di incidenti ciclistici, con oltre 30 mila sinistri registrati tra il 2014 e il 2023. Numeri che non sono freddi dati statistici, ma vite spezzate, ferite profonde e famiglie sconvolte. Ogni giorno si registrano, in media, dieci incidenti, ogni anno tremila persone coinvolte: un bilancio che lascia sgomenti. E Modena, simbolo di una città ricca di ciclisti e piste ciclabili, emerge tra i primi dieci capoluoghi italiani più colpiti, con 2.045 sinistri solo negli ultimi anni. Secondo quanto emerge dal primo Atlante italiano dei morti e dei feriti gravi in bicicletta, non si tratta di fatalità: questi numeri drammatici sarebbero il risultato di infrastrutture inadeguate, traffico crescente e una cultura della sicurezza che arranca. La maggior parte degli incidenti avviene nelle fasce orarie di punta, tra le 17 e le 19 nei giorni feriali, e il sabato tra le 10 e le 12, a conferma che le strade urbane restano ambienti ad altissimo rischio per chi pedala. La strada, così spesso considerata spazio di libertà e mobilità sostenibile, si trasforma in un campo minato per chi sceglie la bicicletta. l triste primato dell’Emilia-Romagna è un campanello d’allarme e, insieme ai numeri di Modena e delle altre città della regione, diventa il simbolo di una battaglia urgente: rendere la mobilità più sicura per tutti.