Le lunghe liste di attesa della sanità modenese sono finite al centro di un’analisi della Corte dei Conti che ha evidenziato criticità significative nel rispetto dei tempi per visite ed esami. Nel 2024 l’Ausl di Modena non ha raggiunto l’obiettivo del 90% fissato dalla Regione Emilia-Romagna, fermandosi all’86,5%. I ritardi più gravi riguardano prestazioni diagnostiche come risonanze e TAC, con attese che arrivano fino a 550 giorni. Nessun ospedale del territorio, pubblico o privato, ha rispettato nei primi otto mesi del 2025 lo standard regionale per l’erogazione puntuale delle prestazioni. La Corte dei Conti ha inoltre segnalato un uso non congruente delle risorse del cosiddetto Fondo Balduzzi, creato per finanziare la riduzione delle liste d’attesa, con solo una parte delle somme effettivamente utilizzata finora. I dati mostrano come le visite urgenti rispettino i tempi nel 70% dei casi, mentre per le prestazioni differibili e programmate la puntualità scende ulteriormente, penalizzando soprattutto i pazienti che devono affrontare lunghe attese per cure fondamentali. L’Ausl riconosce le difficoltà ma punta il dito sull’inappropriatezza delle prescrizioni mediche, sostenendo che molte richieste non rispecchiano un reale bisogno clinico. Ma i numeri evidenziano un problema strutturale che va oltre la sola gestione della domanda: da mesi gli ospedali modenesi non riescono a rispettare nemmeno gli standard minimi fissati dalla Regione. Intanto a farne le spese sono i cittadini che aspettano, spesso per lunghi mesi.

SANITÀ MODENESE, LE LUNGHE ATTESE NEL MIRINO DELLA CORTE DEI CONTI
Modena maglia nera per i tempi d’attesa: la Corte dei Conti denuncia gravi ritardi nelle visite e negli esami, con attese fino a 550 giorni e obiettivi regionali mancati.