Condanna all’ergastolo e un anno di isolamento diurno. La Corte d’assise d’appello di Bologna ha riformato la sentenza di primo grado nei confronti di Salvatore Montefusco, l’ex imprenditore di Castelfranco Emilia che nel giugno 2022 uccise a fucilate la moglie Gabriela Trandafir e la figlia di lei, Renata, nella villetta di famiglia a Cavazzona. In primo grado, Montefusco era stato condannato a 30 anni di reclusione, con il riconoscimento delle attenuanti generiche, ritenute equivalenti alle aggravanti. A suscitare forte indignazione era stato soprattutto un passaggio delle motivazioni, in cui la Corte d’Assise di Modena aveva fatto riferimento alla “comprensibilità umana” dei motivi che avevano spinto l’imputato ad agire. Un concetto giudicato dalla Procura, privo di fondamento giuridico, e per questo motivo oggetto di impugnazione. La Corte d’assise d’appello ha accolto le richieste della Procura, stabilendo che non vi fossero i presupposti per concedere le attenuanti. Per questo è stato tolto lo sconto di pena previsto in primo grado, dove attenuanti e aggravanti erano state messe sullo stesso piano. La nuova decisione riconosce invece la piena responsabilità di Montefusco sul duplice omicidio, compiuto con grande violenza all’interno della famiglia. Con la riforma della sentenza, il verdetto di secondo grado ha eliminato ogni attenuante stabilendo una condanna più severa. Disposto per l’ex imprenditore anche l’isolamento diurno per un anno. Per conoscere nel dettaglio le motivazioni della nuova condanna bisognerà attendere fino a 90 giorni.