Nel video Roberto Rinaldi, Coordinatore Uil Modena e Reggio Emilia
In termini percentuali, nella nostra provincia l’occupazione è complessivamente al 69,3%, in calo rispetto al 70,4% dell’anno precedente. Numeri che descrivono una situazione che va a due velocità, quella che segnala l’Istat per la provincia di Modena: se quella degli uomini corre, quella delle donne rallenta. Alla fine del 2024 l’occupazione femminile contava 140mila unità, versus le 181mila dell’occupazione maschile. Un crollo che va ad aprire ulteriormente una forbice tra uomini e donne iniziata dal post-pandemia e che ancora non accenna a fermarsi.
L’occupazione tra gli uomini supera infatti il 76%, quella delle donne si ferma appena al 62,3. Sono state proprio queste ultime a perdere, in un solo anno, più posti di lavoro. Rispetto al 2023 cinquemila donne hanno perso il lavoro, mentre mille uomini lo hanno ottenuto. In due anni, rileva l’Istat, l’occupazione femminile a Modena ha perduto settemila posti.
Necessario per la Uil investire nella contrattazione di secondo livello, quella cioè che si occupa di materie come l’organizzazione del lavoro, la retribuzione variabile (premi di risultato), la flessibilità oraria, la formazione e il welfare aziendale, puntando a una maggiore efficienza, flessibilità e competitività aziendale.