Sono state avanzate ieri in Tribunale, al termine della discussione del rito abbreviato, le richieste di condanna per i due fratelli marocchini accusati dell’omicidio volontario di Jaouad Dejli, il 36enne ucciso il 26 aprile 2024 a Castelnuovo Rangone, in una palazzina tra via Casette Zanasi e via Montanara. Il pubblico ministero ha chiesto complessivamente 35 anni di reclusione: 20 anni e 2 mesi per il fratello maggiore, e 14 anni e 10 mesi per quello più giovane. Le accuse nei confronti dei due uomini, di 50 e 28 anni, comprendono anche reati legati allo spaccio di droga: 4 anni per il più anziano, già con precedenti penali, e 2 anni e 8 mesi per il fratello minore, incensurato. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, a infliggere il colpo fatale sarebbe stato proprio quest’ultimo, che avrebbe accoltellato la vittima all’inguine durante una violenta lite. Quel giorno, secondo l’ipotesi accusatoria, la vittima si sarebbe recata nell’abitazione dei due fratelli e, una volta sceso dall’auto, avrebbe lanciato sassi contro il più giovane dei due, dopo aver divelto un cartello stradale. Ne sarebbe quindi scaturita una colluttazione: il fratello maggiore sarebbe intervenuto in difesa del parente colpendo Dejli con un bastone, mentre il più giovane avrebbe estratto un coltello nascosto nella manica e sferrato il fendente letale. Jaouad, ferito gravemente, avrebbe tentato di allontanarsi, trascinandosi per alcuni metri lungo la strada, prima di collassare e morire dissanguato. Gli imputati, difesi dagli avvocati Roberto Ghini e Giulia Testa, hanno sempre negato di aver avuto l’intenzione di uccidere. La difesa presenterà le proprie argomentazioni nella prossima udienza, fissata per venerdì.