La cronaca quotidiana è infarcita di avvenimenti criminogeni o comunque antisociali che vedono coinvolti minori o comunque appartenenti al mondo giovanile, ma crediamo che l’enfasi giornalistica c’entri poco o nulla con il fenomeno, così come crediamo – e ribadiamo da tempo – che i problemi di sicurezza non si risolvano solo a colpi di organici di polizia.

La Polizia di Stato c’è e fa la sua parte, come ovviamente le altre forze dell’ordine ma non è possibile piazzare una pattuglia ad ogni angolo di strada, come molti vorrebbero, così come non è possibile perseguire i reati commessi dai minori alla stregua di quelli commessi dai maggiorenni.

Certo è che a Modena, nello scorso anno i minori denunciati sono stati oltre cento (100), mentre gli arrestati sono stati quasi una ventina, dato rilevante che fa davvero riflettere.

Di questi oltre 120 minori, quasi una trentina sono stati perseguiti per armi o comunque per il possesso di oggetti atti all’offesa alla persona.

Siamo certi che da questi dati da noi ricostruiti (per la sola Polizia di Stato e per la sola città di Modena), ai quali andrebbero aggiunti quelli delle altre Forze di Polizia e del resto della provincia, si possa ben comprendere la portata del problema giovanile, ma soprattutto dal cambio di mentalità che sta avvenendo negli ultimi anni: avere un’arma al seguito, anche se si è minori, sta diventando una cosa normale.

Ricordiamo che oltre ai coltelli, sono stati sequestrati spray al peperoncino e addirittura taser che, seppur non usati, sono emblematici su come il panorama stia cambiando debordando nella violenza gratuita.

E la legge?

La legge tutela i minori in maniera diversa e più profonda rispetto ai maggiorenni, basta infatti pensare che la convenzione internazionale di Dublino indica i minori autori di reato quali vittime a loro volta, e da qui prevede percorsi e garanzie diverse rispetto ai maggiorenni.

E l’italianissima legge Zampa stabilisce che nel corso delle visite ed accertamenti medici per stabilire le età di coloro i quali sono privi di documenti, davanti anche al più piccolo dubbio, ovvero quando il medico non è sicuro al 100% dell’età del soggetto, questo è da considerarsi sempre e comunque minore e quindi godere di tutte le previste garanzie di legge.

Al di là di questi problemi oggettivi, riteniamo che gi approcci dei confronti del disagio giovanile debbano essere vari ed organizzati su più fronti: poiché osserviamo che i dati per Modena del 2025 non sembrano mostrare un’inversione di tendenza, come Siulp auspichiamo che vengano aiutati in primis i genitori di adolescenti e preadolescenti, ma anche tutti quelli che svolgono il ruolo di educatori, soprattutto nel caso degli MSNA i quali non hanno riferimenti familiari sul territorio.

Appellarsi anche in questo caso agli organici – che sono ovviamente utili – od al passaggio di fascia della Questura, riteniamo contribuisca a sminuire un problema che non è esclusivamente sicurezza, ma è anche di natura sociale e culturale.