Questo è il punto più basso del Modena, in questa stagione.
L’undicesimo posto, nella parte destra della classifica, ufficializza la crisi dei Gialli: che non è solo una spaventosa crisi di risultati (8 punti in 10 partite nel girone di ritorno, due sole vittorie nelle ultime 17 partite), ma è pure una disastrosa “crisi ambientale”.
Come hanno dimostrato i fischi e la contestazione di una parte della tifoseria al termine della partita con la Feralpisalò, persa clamorosamente e meritatamente per 3-2.
E la società come reagisce? Mandando giocatori che non giocano mai, come Tremolada e Pergreffi, a calmare gli animi dei tifosi? Proprio loro che, forse, vorrebbero l’esonero di chi non li fa giocare?
Ufficialmente, ci ha messo la faccia il direttore sportivo Davide Vaira: constatando il gioco “confusionario” della squadra, accettando i fischi del pubblico, confermando la fiducia (fino a quando?) a Bianco e annunciando che ora è il tempo di “leccarsi le ferite” e ripartire, verso la partita di Cittadella, proprio alla vigilia della pausa del 23-24 marzo.
Ma davvero le colpe sono tutte di Bianco?
Quante responsabilità ha un gruppo di calciatori, evidentemente sopravvalutato?
E quante responsabilità ha lo stesso Vaira, anche per un mercato di gennaio che non ha certo rafforzato la squadra?
A 9 partite dalla fine, ricomincia il campionato del Modena, che – però – si è mangiato tutto il credito che aveva conquistato nella prima parte della stagione.
“L’obiettivo-non obiettivo” dei playoff è ancora lì, alla portata, ma i playout – dietro – distano solo sei punti. Meglio tenere gli occhi aperti.
L’essenziale è fermare immediatamente la spirale negativa.
La trasferta a Cittadella tra due squadre in profonda crisi rappresenterà, dunque, uno spartiacque per il Modena e per l’allenatore: in caso di risultato positivo, sarà una nuova “ripartenza”, ma un’ulteriore sconfitta, probabilmente, sarà una sentenza definitiva per Bianco.