L’astronauta di Zocca è stato il primo italiano a ricoprire il ruolo di specialista di missione in una spedizione dello Shuttle

Sono già passati vent’anni, ma il ricordo di quanto accaduto il 22 febbraio 1996 al Kennedy Space Center rimane fresco come fosse ieri. Anniversario importante per l’astronauta zocchese Maurizio Cheli, il primo italiano a ricoprire il ruolo di mission specialist a bordo dello Space Shuttle Columbia. Un’avventura straordinaria, ripercorsa con l’ausilio di foto e immagini spettacolari anche quest’estate nell’incontro organizzato per la notte di San Lorenzo al Capanno Tassoni di Fanano, dove Cheli ha presentato il suo libro autobiografico, “Tutto in un istante”, che ripercorre i momenti chiave di una vita. All’epoca, il fatidico countdown del decollo fu seguito con trepidazione in Florida da una delegazione di 37 zocchesi guidata dall’allora sindaco Aldo Preci e dall’assessore Carla Draghetti, ma del gruppo facevano parte anche il presidente della Provincia Graziano Pattuzzi, l’imprenditore Vittorio Fini e alcuni montesini. Ma l’emozione fu tanta anche in paese, dove i genitori Eulalia Benelli e Araldo Cheli assistettero trepidanti al lancio insieme alla folla di fronte al maxischermo allestito sul sagrato della chiesa. E al termine dei 15 giorni della missione, fu ovviamente festa grande per il rientro a casa. Un’esperienza unica, quella vissuta da Cheli, che ha visto lo Shuttle trasformarsi in una palla di fuoco al rientro ma ha serbato indelebile anche il ricordo della bellezza della Terra vista dallo spazio e dei segni evidenti dell’inquinamento, su cui tuttora non manca mai di sensibilizzare stimolando a fare di più per difendere il pianeta.