Continua il nostro viaggio nei luoghi più difficili della città. L’area dove nei prossimi mesi dovrebbero iniziare i lavori per la realizzazione del Data Center è immersa nel degrado e nella sporcizia

Ce ne eravamo occupati nei mesi scorsi, con la protesta dei residenti di via Rubes Triva, esasperati dalla presenza di spacciatori e prostitute nell’area abbandonata dell’ex mercato bestiame impossibili da evitare anche alla vista, nel passaggio obbligato da via Canaletto, costeggiando la Palazzina Pucci e le scuole Marconi. Qui la situazione di degrado e pericolosità dell’area e del cantiere abbandonato da anni e dove dovrebbe nascere il data center, prima costruzione simbolo della rinascita promessa dal piano periferie non è migliorata, anzi. Le barriere di metallo che delimitano l’area di cantiere sono state abbattute rendendo pessima la vista e pericoloso il passaggio. Nell’area che costeggia strada e marcipiedi, in molti tratti ora a diretto contatto, non ci sono solo materiali edili e di cantieri, traccia di quegli interventi legati ai piani urbanistici avviati e falliti nel 2008, ma anche rifiuti di ogni tipo. Metallici e plastici. Un biglietto da visita non eccellente anche per chi in questa zona sta provando a vendere gli appartamenti vuoti nelle palazzine realizzate di recente. Eppure qui, nonostante i precedenti tentaivi di riqualificazione siano naufragati, oggi le prospettive ci sarebbero. Le fasi preliminari e di progetto per la realizzazione del data center sono già state espletate, così come il bando per l’affidamento dei lavori, scaduto a giugno e che a giorni dovrebbe fornire il nome del vincitore. I l data center, oltre a riqualificare l’area e collegando nelle sue pertinenza la strada Canaletto dovrebbe aprire anche un varco di collagamento oggi negato da un muro, verso via del mercato, dove gli interventi del piano periferie dovrebbero concentire l’apertura ciclopedonale. Primo tassello degli interventi del piano periferie nell’area dell’ex mercato bestiame che da quindici anni aspetta di rinascere dalla sua ceneri