Il Policlinico di Modena deve fare i conti con le condizioni di sicurezza riguardo il possibile rischio sismico. La documentazione sui certificati di agibilità mostra delle criticità. La questione finisce sui banchi della regione

‘Le condizioni di sicurezza del Policlinico di Modena riguardo il possibile rischio sismico appaiono del tutto inadeguate. Dopo il terremoto del 2012 il Policlinico aveva dovuto chiudere molti reparti ospedalieri e aveva ottenuto un finanziamento di 57 milioni di euro per risolvere i suoi problemi statici e di scarsa resistenza sismica. Secondo la Giunta la progettazione esecutiva avrebbe già ottenuto le autorizzazioni sismiche per gli interi corpi di fabbrica e i lavori dovrebbero essere completati entro il 2018. Ma esaminando la documentazione sui certificati di agibilità e sugli interventi effettuati emergerebbero alcune importanti criticità’. Sono i termini della denuncia, finita ora sui banchi della regione dal Consigliere regionale della Lega Nord Stefano Bargi dopo l’esame della documentazione richiesta sui lavori di ristrutturazione antisismica del Policlinico. Oggi la struttura modenese continua a presentarsi agli utenti come un perenne cantiere aperto, dove intere aree (la più evidente quella della palazzina crollata proprio durante i lavori di adeguamento antisismico), sono da anni in mano al degrado e alle macerie. Ma più che sui lavori fermi la Lega Nord punta il dito su quelli in corso sottolineando carenze nelle prove dinamiche di resistenza alle sollecitazioni mentre –afferma il consigliere– dalle carte emergerebbe anche l’assenza di un programma cronologico di valutazione, così come previsto all’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 2003. Rilievi che finiranno preso sul tavolo dell’assessore regionale.