Massimo riserbo sulle indagini che stanno portando i Carabinieri sulle tracce degli appartenenti all’Alf, il fronte di liberazione degli animali, autori dell’attentato al centro cinofilo di San Cesario

Dopo anni senza azioni eclatanti nel territorio modenese, la devastante irruzione nella notte di ieri dell’alf il fronte di liberazione animali al centro cinofilo di san cesario finalizzato alla liberazione delle quaglie nate e tenute in cattività, ha riportato l’attenzione sull’attività dell’organizzazione internazionale che in ambienti militari viene identificata paraterroristica per la devastazione che spesso si accompagna alle proprie azioni. C’è massimo riserbo sulle indagini avviate daI carabinieri del nucleo operativo del comando provinciale di Modena che stanno indagando sull’azione di ieri. Non è escluso che in provincia di Modena, già al centro di episodi a firma Alf, si sia attivata una cellula cosiddetta dormiente, che potrebbe essere collegata ad altre azioni simili commesse negli anni, di recente anche nei confronti dello stesso circolo di san cesario, quando furono liberate 50 quaglie usate per l’esercitazione dei cani da ferma. In quel caso non ci fu la stessa devastazione. Motivata dall’avversione che l’associazione nutre nei confronti della caccia e di tutte le attività che prevedono l’utilizzo di animali. All’inizio degli anni 2000 azioni Alf si ricordano in provincia di Modena ai danni campo addestramento cani della Federcaccia e un altro campo di addestramento a San Pietro di Campogalliano. In entrambi i casi l’obiettivo delle azioni era la liberazione di quaglie. Azioni accompagnate dalla firma, il simbolo di riconoscimento dell’organizzazione. Il caso più eclatante della provincia di Modena fu nel 2001 la liberazione di 7000 visoni in un allevamento di S.Antonio Mercadello nella bassa modenese.