Si è chiusa ieri a Livorno l’avventura di 6 stagioni del Carpi fra A e B. Numeri impietosi per i biancorossi, che ora in C potrebbero ripartire di nuovo dal patron Stefano Bonacini
I numeri nel calcio difficilmente mentono, al massimo cambiano un po’ la traiettoria delle cose. E quelli del Carpi, che dopo 6 anni è tornato in C perdendo ieri a Livorno la ventesima gara sulle 35 giocate, sono numeri impietosi, da stagione fallimentare. Il gol segnato da Giannetti all’Ardenza è stato il 64esimo incassato dalla formazione biancorossa, alla media di quasi 2 a gara. Solo 3 volte la porta di Colombi e Piscitelli è rimasta inviolata, appena una volta nelle ultime 23 gare giocate. Il misero bottino di 29 punti è lo stesso che il Carpi targato Calabro aveva raccolto nel solo girone di andata dell’anno scorso. Al Carpi è mancato tutto. Non solo una difesa all’altezza, ma anche un giocatore capace di fare la differenza in attacco. Con 4 reti a testa Arrighini e Concas si sono divisi il trono da miglior marcatore, ma a quota 3 c’è ancora quel Mokulu che ha lasciato Carpi a gennaio. La retrocessione è arrivata sulla carta ieri, ma è ormai da un mese e mezzo che il Carpi è sprofondato, come testimoniano gli appena 12 punti conquistati nelle 17 gare del girone di ritorno, con 7 sconfitte nelle 8 trasferte. La caduta di Livorno ha tolto anche la speranza di poter agganciare il terz’ultimo posto e mettersi in coda per un ripescaggio in estate. E ora si aprono i dubbi sul futuro della società biancorossa, anche se da quanto trapelato ieri a Livorno la dirigenza attuale formata da Stefano Bonacini, Roberto Marani e Claudio Caliumi potrebbe andare avanti anche in C. In serata è prevista una riunione da cui verranno chiariti tanti punti interrogativi.


































