La sentenza sull’omicidio di Finale Emilia, ha riportato al centro la discussione sulla riforma del rito abbreviato approvata dal senato il 2 aprile scorso. Il mondo dell’avvocatura si divide tra favorevoli e contrari
L’approvazione, il 2 aprile scorso anche al senato, del disegno di legge che introduce l’impossibilità di ricorrere al rito abbreviato per i delitti puniti con l’ergastolo divide il mondo dell’avvocatura. La recente sentenza arrivata dal tribunale di Modena al termine del processo con rito abbreviato sull’omicidio di Mirella Ansaloni, ha evidenziato due fronti. Con da un lato famigliari della vittima e legale che criticano la possibilità di ricorrere al rito breve, perché legato a pene più leggere, per reati così gravi come l’omicidio, e dall’altro chi ritiene il ricorso al rito abbreviato possa meglio garantire tutte le parti in causa, garantendo tempi certi e veloci al processo. Il ricorso al rito abbreviato, per i critici della riforma, sarebbe in molti casi ancora più opportuno proprio per i casi di omicidio.
Nel video l’intervista a Giovanni Casara, Avvocato penalista






































