Con 90 posti in più rispetto a quella standard il Comune di Modena ha gestito l’accoglienza invernale dei senza fissa dimora. Ma il problema rimane diffuso, soprattutto tra gli stranieri. Abbiamo fatto il punto con il Presidente di Porta Aperta, Luca Barbari, che in tema di immigrazione lancia alcune proposte

Sono tanti gli stranieri che dopo la bocciatura della richiesta di asilo, dopo l’uscita percorsi di accoglienza e dopo le nuove norme sull’immigrazione non possono convertire il loro permesso in uno di lungo periodo e per motivi di lavoro che si trovano in un limbo. Persone allargano le sacche di povertà e di disagio, spesso a rischio devianza e a rischio di entrare nelle fila della criminalità. Tanti i senza fissa dimora, in parte intercettate in strada dal lavoro degli operatori sociali nel progetto coordinato dal Comune che ha fornito assistenza ed accoglienza straordinaria durante l’inverno. Garantita su Modena dall’associazione Porta Aperta che ha messo a disposizione in modo continuativo 90 posti letto in più rispetto all’accoglienza ordinaria. A persone non solo straniere ma anche in Italiane, singoli o in alcuni casi a famiglie, in forte difficoltà abitativa e di povertà. Perché per gli stranieri che irregolari lo sono o lo diventano diventa difficile, anche per chi se ne occupa, garantire percorsi di integrazione. Un problema che in prospettiva potrebbe essere prevenuto e gestito per i responsabile di Porta Aperta attraverso due modalità 

Nel video l’intervista a Luca Barbari, Presidente Porta Aperta Modena