Erano circa un centinaio e non erano sottoposti al controllo i richiedenti asilo che venivano contattati su internet o con il passaparola per occuparsi della sicurezza dei grandi eventi. Questo è quanto emerge dalle prime dichiarazioni rilasciate dalle persone reclutate per garantire la sicurezza

“Se fossi stato un terrorista avrei potuto fare qualsiasi cosa”. Questa una delle dichiarazioni maggiormente significative raccolte dai Carabinieri di Reggio Emilia da parte di uno dei tanti richiedenti asilo reclutati ed impiegati  dagli indagati per la sicurezza degli eventi.  E ancora ‘ da quando abbiamo cominciato il lavoro a quando lo abbiamo finito nessuno, mi ha mai chiesto alcun documento o ha effettuato alcun controllo”. Erano un circa un centinaio i migranti impiegati come manodopera in nero per occuparsi della sicurezza dei grandi concerti italiani. Non solo il Modena Park con i suoi 220 mila spettatori paganti, ma anche Dj Salmo sempre in città, il concerto dei Guns’n Roses a Imola, i Rolling Stones a Lucca, i Depeche Mode a Milano, e Davide Guetta a Padova. Sei grandi eventi musicali che hanno raccolto centinaia di migliaia di persone affidate nelle mani di operatori di sicurezza non solo non qualificati, ma che in molti casi non parlavano neanche l’italiano. Nello specifico si trattava di richiedenti asili, nomadi e pregiudicati che venivano contattati su internet o con il passaparola e ingaggiati per sei euro. Dotati poi di un tesserino avevano liberamente accesso all’area del concerto dove svolgevano l’attività di controllo senza avere alcuna formazione o preparazione in merito.

Nel video l’intervista a Cristiano Desideri, Comandante dei Carabinieri di Reggio Emilia