L’attività di controllo delle nutrie lungo i corsi d’acqua si è estesa alle zone umide delle Valli mirandolesi. Dall’ottobre scorso sono state catturate ed abbattute circa 1.300 nutrie in un’area complessiva vasta circa 80 ettari

Sono circa 1300 le nutrie catturate e abbattute nelle valli mirandolesi a partire dall’ottobre scorso. Un’attività che mira a tenere a freno l’aumento del numero di una specie ritenuta dannosa, dato che, scavando le tane, può mettere a rischio gli argini dei fiumi. I controlli si sono estesi alle zone umide di Mirandola, per un’area complessiva di circa 80 ettari, in particolare in quelle create di recente da alcuni agricoltori che hanno usufruito di incentivi europei. Gli stessi agricoltori hanno partecipato alle operazioni insieme alla polizia provincia e i cacciatori coadiutori. Le zone umide, termine con cui si indicano paludi, acquitrini, bacini di acqua stagnante o corrente sia di origine naturale che artificiale, sono un habitat naturale per numerose specie, alcune delle quali protette, altre invece dannose per gli argini, nidi e colture agricole. Nelle operazioni atte a regolamentare il numero delle nutrie, sono state utilizzate finora 80 gabbie, controllate giornalmente per rimettere in libertà le specie non bersaglio. Un numero destinato ad aumentare: con l’ampliamento delle zone umide, incentivato dall’Unione europea in quanto prezioso per la tutela delle biodiversità, la polizia provinciale stima di arrivare a utilizzare oltre 200 gabbie.