Ancora in evidenza il tema CPR, il centro di permanenza rimpatri, la cui apertura è stata annunciata la scorsa settimana. Ad alzare la voce contro il sindaco Muzzarelli è l’Unione Comitati di Sicurezza di Modena, che chiede al primo cittadino di prendere una posizione forte e tempestiva con il Ministero per evitare la riapertura

L’Unione Comitati di Sicurezza di Modena si schiera con forza contro l’apertura del CPR, il Centro di permanenza rimpatri, e rimprovera il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, che pareva sorpreso per un annuncio che era nell’aria già da tempo, perché deciso dal governo l’anno scorso. Non solo, la risposta del primo cittadino alla notizia ufficiale è stata troppo blanda, soprattutto vista la situazione in cui verte la città sul fronte sicurezza. “Non ce ne voglia il sindaco – si legge in una nota – ma l’evoluzione della vicenda CPR sembra sempre più uno stanco ed inutile rituale. Un rituale con ruoli assegnati di cui si conosce già il finale”. Ciò che i sette comitati appartenenti all’unione chiedono è che Muzzarelli prenda una posizione più ferma e la prenda subito, recandosi direttamente a Roma “a battere i pugni sul tavolo, a spiegare che la situazione della sicurezza a Modena è precaria”. L’Unione critica anche la convocazione dei parlamentari con un governo dimissionario ed uno che stenta a nascere. In buona sostanza chiedono una presa di posizione da Piazza Grande  forte e tempestiva. Ciò che l’unione dei comitati sottolinea è la difficile gestione del centro e l’assorbimento delle già limitate forze di Polizia. Per parlare di questo tema, alcuni membri dell’Unione, che conta i Comitati del Tempio-Stazione, Gramsci e dintorni, Sant’Agnese, Villaggio Modena Est, Villaggio Zeta, Salvo d’Acquisto e 4 Ville, incontreranno il sindaco il prossimo  13 aprile.