Questa mattina la Presidenza delle Fonderie cooperative di Modena ha chiarito la propria posizione sul futuro dell’impianto di via Zarlati. La volontà è di rimanere a Modena, ma se l’accordo con il Comune non individuerà un area idonea rimarrà aperta l’opzione del trasferimento a Padova

Le opzioni sul dove trasferire entro il 2022 le fonderie cooperative di Modena sono due: o Modena, in un luogo che  il comune si è impegnato ad individuare (attualmente l’ipotesi sul tavolo è quella di Navicello) o Padova, dove i soci della cooperativa Fonderie di Padova hanno annunciato nelle scorse settimane il trasferimento delle fonderie di Modena, integrandone la produzione di assali. Ma quella di Padova tratta di un ultima ipotesi percorribile solo nel caso in cui non si trovino altre soluzioni a Modena. In entrambi i casi, sia nell’opzione Modena che Padova, il ciclo produttivo sarebbe basato su nuove tecnologie per il superamento dei vecchi forni a carbone, ancora attivi nello stabilimento di via Zarlati. E in attesa della delocalizzazione o a Modena o a Padova sulla scia del clamore suscitato dalla protesta dei residenti della zona riuniti in comitato l’azienda ha dovuto presentare su indicazione del tavolo tecnico che unisce arpa e Comune, un piano per la riduzione degli odori. Un investimemto da 1,5 milioni di euro, ma giudicato dalla stessa inutile. Sia per le risorse, avremmo potuto pensare di comprare un terreno su cui costruire il nuovo stabilimento sia le emissioni sia perché le soglie degli inquinanti sia degli odori sono da sempre ben al di sotto dei livelli consentiti. Moretti aggiunge poi il dato delle rilevazioni di inquinanti in agosto a stabilimento spento l’aria della madonnina era più inquinata di quando è acceso. Nonostante questo la campagna contro anche la perdita di un cliente di 3,5 milioni di euro oltre ad alcuni affidamenti da una banca. Oggi vorremmo concentrarci a individuare quei 16 milioni di euro che ci vorranno per il nuovo stabilimento, e chiediamo solo di  operare con tranquillità 

Nel video l’intervista a Gianni Moretti, Presidente Fonderie Cooperative Modena