Un internato della Casa di Reclusione di Castelfranco Emilia ha aggredito un addetto alla vigilanza. Secondo l’associazione sindacale le problematiche nascono dal fatto che all’interno della struttura c’è una situazione di promiscuità tra detenuti e internati

È di 7 giorni la prognosi assegnata all’addetto alla vigilanza presso la Casa di Reclusione di Castelfranco Emilia che lo scorso 7 ottobre è stato aggredito da un internato affetto da gravi problemi psichiatrici al quale era stato negato di potersi recare al campo sportivo, perché il giorno precedente aveva tentato di allontanarsi dalla struttura scavalcando la recinzione metallica. All’interno della casa di reclusione di Castelfranco Emilia ci sono due sezioni, una destinata a coloro che sono sottoposti alla misura di sicurezza detentiva della casa di lavoro e l’altra destinata ai detenuti ammessi al regime della custodia attenuata per tossicodipendenza o alcoldipendenti. Secondo l’associazione sindacale questo stato di promiscuità tra detenuti e internati crea delle problematiche in quanto in alcuni casi i soggetti della seconda sezione spesso necessitano di maggiori attenzione. Secondo le sigle questa ennesima aggressione sottolinea il fallimento del progetto della custodia attenuata per il recupero dei detenuti tossicodipendenti poiché essi si ritrovano a dover convivere nello stesso reparto detentivo con un’altra tipologia di detenuti che per natura giuridica devono essere gestiti in maniera differente. Per questi motivi le sigle chiedono dei provvedimenti in grado di garantire misure custodiali differenti per ogni tipologia di detenuto, situazione che per loro sarebbe risolvibile con una gestione degli internati differente