Un’impresa aerea destinata a entrare nella storia del volo come le grandi trasvolate del secolo scorso. E’ quella di Alberto Porto, 51 anni, ingegnere aeronautico origine argentina ma italiano di terza generazione. E’ lui ad avere pensato, progettato e costruito nelle officine della Sea Avio di Pavullo il Risen, l’ultima frontiera degli aerei ultraleggeri
La sfida di una trasvolata atlantica che si credeva impossibile, la sfida di un nuovo progetto tecnologico che disegna e ridisegna il futuro dell’aviazione civile, la sfida di un territorio e di persone che vogliono tornare a scrivere la storia. C’è tutto questo e di più nella sfida di Alberto Porto, 51 anni, ingegnere aeronautico origine argentina ma italiano di terza generazione. E’ lui ad avere pensato, progettato e costruito nelle officine della Sea Avio di Pavullo il Risen, l’ultima frontiera degli aerei ultraleggeri. Non solo capace di battere il record mondiale di velocità di categoria, con 323 km orari, ma anche di fare qualcosa di impensabile per un ultraleggero prodotto in serie. Dotato di sistemi di navigazione degni dei grandi aerei, compirà un viaggio transatlantico da 11mile kilometri in 5 tappe che lo porterà da Pavullo, con decollo previsto mercoledì 11 ottobre, a Montevideo, capitale dell’Uruguay. Il Risen, il primo ad essere uscito dall’officina di Pavullo ed il suo papà Alberto, che lo guiderà in una impresa storica, sono presentati presso l’aeroporto Paolucci di Pavullo dove mercoledì il Risen decollerà per un viaggio che è si un’impresa ma dove tutto è calcolato, compresa il timore che qualcosa possa andare storto. E la sfida chiama sfida. Il Risen progettato da Alberto Porto è un aereo di serie, pronto ad essere venduto sul mercato. La società ha già ordini per i prossimi due anni. Il problema è che la produzione è ancora artigianale, manuale e ciò rende l’avventura Risen ancora più dura.
Nel video l’intervista a Alberto Porto, Progettista, costruttore e pilota Risen






































