Per le sigle l’eventuale riapertura del nuovo centro di accoglienza deve essere preceduta da una programmazione che preveda l’individuazione di ulteriori agenti da impiegare sia nella vigilanza della struttura che nella gestione dell’aumento dei carichi di lavoro dell’ufficio immigrazione
La possibile riapertura del centro di permanenza temporaneo a Modena continua a tenere banco. Per i sindacati di Polizia il mancato arrivo di nuovo personale inciderebbe in maniera catastrofica sulle attività ordinarie della Questura e sulla gestione della sicurezza del territorio modenese. Questo in sintesi il significato della nota inviata dal Siulp assieme a Silp Cgil e Consap. Per le sigle l’eventuale riapertura del nuovo centro di accoglienza che si trova accanto al carcere Sant’Anna, in un momento dove secondo i sindacati c’è già una carenza d’organico, deve essere preceduta da una programmazione che preveda l’individuazione ulteriori agenti da impiegare sia nella vigilanza della struttura che nella gestione dell’aumento dei carichi di lavoro dell’ufficio immigrazione. Per i sindacati naturalmente questo personale non dovrà essere sottratto alla Questura di Modena, ma servirebbe coinvolgere le unità del reparto mobile di Bologna per la vigilanza del Cpt, che dovrebbe diventare un Cpr, cioè un Centro permanenza per il rimpatrio. Le sigle inoltre puntando il dito sulla carenza d’organico hanno diffuso i dati degli ultimi anni: la Questura dal 2005 al 2015, ha perso circa 50 unità di personale, a causa del mancato turnover e dei pensionamenti. Infine critiche sono piovute anche sul ‘Patto per Modena sicura’. Per i sindacati i nobili propositi e le idee innovative non sono mai stati trasformati in fatti concreti.






































