Si è tenuta ieri presso la Corte d’Appello di Bologna la prima udienza per Mustapha Thair, il 33enne marocchino arrestato con l’accusa di essere uno degli autori del furto del Guercino. Gli avvocati hanno chiesto per lui gli arresti domiciliari
Ha una moglie e due figli piccoli qui a Modena, pertanto non sussiste pericolo di una sua fuga. Così gli avvocati di Mustapha Thair, il 33enne marocchino arrestato con l’accusa di essere basista e autore del furto della tela del Guercino dalla Chiesa di San Vincenzo a Modena, hanno motivato la richiesta di scarcerazione e la proposta di trasferire il proprio assistito agli arresti domiciliari. La Corte d’Appello che ieri ha proceduto all’udienza d’identificazione dell’imputato deciderà su questa richiesta il 16 maggio. Intanto, però, il marocchino ha fatto sapere di essere contrario all’estradizione nel suo paese Natale dove sarebbe accusato di associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione dell’opera d’arte, un reato che prevede vent’anni di reclusione nella giurisdizione locale. Intanto in Italia si attendono ancora gli incartamenti e gli atti che incriminano Thair, che dovranno arrivare direttamente da Casablanca. La Corte d’Appello di Bologna dovrà vagliare attentamente ogni singolo documento per poi valutare e procedere con ogni probabilità alla richiesta d’estradizione dell’uomo che è accusato di aver fatto parte del gruppo che materialmente ha sottratto la tela dall’interno della chiesa nonché di averla custodita e spedita in Marocco avvolta all’interno di un tappeto.






































