Nel suo viaggio da Carpi a Mirandola il Papa avrà modo di constatare in maniera tangibile i danni ancora vivi del terremoto che ha colpito la bassa modenese cinque anni fa
La visita del Papa a Carpi e Mirandola tra i vari aspetti, pone l’attenzione sulla ricostruzione post sisma 2012. Bergoglio nel percorso da Carpi a Mirandola avrà modo di vedere i segni ancora tangibili fatti dal terremoto di cinque anni fa, scosse che hanno danneggiato anche la maggior parte delle Chiese della bassa modenese. E in questo senso la ricostruzione sta viaggiando a rilento: il 70% degli edifici di culto, compresi oratori e canoniche, è ancora inagibile. Nei centri del cratere della Bassa modenese sono state riaperte al culto solo tre chiese, tra cui il Duomo di Carpi sabato 25 marzo. In tutta la Regione invece su 296 luoghi di culto terremotati, furono quattro le province colpite, solo 118 sono quelle riaperte ai fedeli. Tornando al nostro territorio lo scorso febbraio a Febbraio si è messo finalmente in moto a Cavezzo il cantiere alla Chiesa Sant’Egidio Abate che nel 2019 riconsegnerà alla comunità un luogo simbolo devastato dal terremoto. I lavori al monumento avranno un costo di circa 2 milioni e mezzo di Euro. A Mirandola invece il Duomo continua ad essere inagibile. La Chiesa di Santa Maria Maggiore tornerà a rivivere per un istante grazie alla visita del Santo Padre. Il ricordo tornerà a quell’alba del 20 maggio 2012, quando le scosse distrussero parte della facciata, ammirata nei secoli da folle di fedeli. Aldilà delle Chiese, la ricostruzione insomma rimane un quadro in bianco e nero: da una parte la Regione che rilascia commenti positivi e dall’altra i centri storici con i loro municipi ancora chiusi e transennati, i palazzi disabitati e le attività che faticano a ripartire. Dopo la visita di Papa Francesco, nell’area colpita dalle scosse del 20 e 29 maggio in occasione del quinto anniversario, arriverà il Presidente della Repubblica Mattarella che sarà il 25 aprile a carpi e il mese dopo nella bassa modenese.
