E’ stato condannato a 3 anni, 11 mesi e 27 giorni l’uomo che a San Cesario lo scorso marzo, al termine di un litigio con il padre, ne causò la morte con uno spintone. Ieri i Carabinieri hanno eseguito l’ordinanza di carcerazione

Davide Savigni torna in carcere, l’uomo che nell’azienda agricola di famiglia a San Cesario sul Panaro uccise il padre al termine di un litigio sconterà la pena inflittagli dal Giudice di 3 anni, 11 mesi e 27 giorni nel processo di primo grado. La sentenza è diventata definitiva con i Carabinieri di Castelfranco che hanno eseguito nella giornata di ieri l’ordinanza di carcerazione. Per Savigni è stato confermato il reato di omicidio preterintenzionale del padre Alberto al termine di una lite nata per futili motivi di lavoro. L’uomo, inizialmente arrestato e poi rilasciato poiché il Giudice per le Indagini Preliminari non aveva disposto alcuna misura cautelare nei suoi confronti, ha sempre sostenuto di non aver ucciso intenzionalmente il padre, tanto che fu lui stesso a chiamare i soccorsi una volta resosi conto della gravità della situazione. Gli esami effettuati nelle giornate immediatamente successive al fatto avevano infatti accertato che la causa del decesso fu la rotture di due vertebre cervicali, conseguentemente al colpo al capo subito durante la caduta dall’anziano 83enne.