Il rocker di Zocca interviene su Facebook: “Mi dissocio dalla strumentalizzazione di C’è chi dice No”. Il riferimento alla campagna della Lega Nord per il referendum

Non è piaciuta a Vasco Rossi la citazione del suo successo ‘C’è chi dice no’, fatta dalla Lega Nord al raduno di Pontida, per sostenere la campagna sul referendum costituzionale. “La propaganda politica stia alla larga dalle mie canzoni”, scrive in un post su Facebook il rocker di Zocca. Il riferimento al Carroccio è chiaro e ancor meglio precisato due righe sopra: “Mi dissocio – scrive Vasco – dalla facile strumentalizzazione a scopo politico della mia canzone C’è chi dice no”. Il Komandante non è il primo artista a prendere le distanze dall’utilizzo politico dei grandi successi musicali. Tre settimane fa, per stare in ambito leghista, il leader Salvini aveva inscenato un balletto sulle note del tormentone estivo ‘Andiamo a comandare’: l’autore del brano, Fabio Rovazzi aveva commentato in maniera sarcastica. Andando Oltreoceano, invece, diverse star, dai Rolling Stones ai Queen, hanno diffidato il candidato repubblicano alla Casa Bianca Donald Trump dall’utilizzo dei loro successi per la campagna elettorale. Stessa iniziativa era partita da Modena, dalla famiglia di Luciano Pavarotti, dopo che Trump aveva fatto ricorso nei suoi comizi all’aria ‘Nessun Dorma’, cantata dal Maestro. Per quanto riguarda Vasco Rossi, peraltro, non è la prima volta che la politica attinge dal suo repertorio. Nel 2009 Pierluigi Bersani vinse le primarie del Pd utilizzando come slogan ‘Un senso a questa storia’.