Si lavora su reperti biologici: gli inquirenti potrebbero aver trovato traccia del Dna dell’assassino

Chi ha ucciso Anna Gombia? La domanda rimane ancora senza risposta, ma, a quattro anni dall’omicidio di Savignano sul Panaro, perpetrato lungo il percorso natura vicino agli orti per anziani, la Procura non ha nessuna intenzione di archiviare il caso. Anzi, gli inquirenti stanno lavorando su nuovi elementi: reperti, soprattutto di natura biologica, che potrebbero condurre a individuare l’assassino. Dall’esame approfondito del luogo del delitto, che ha recentemente visto impegnati anche i Carabinieri del Rac (Reparto Analisi Criminologiche), sarebbero emersi nuovi possibili indizi, forse persino una traccia di Dna. Elementi al vaglio dei militari dell’Arma, coordinati dal pm Marco Imperato, che si aggiungono alle testimonianze già raccolte. Gli inquirenti restano convinti che l’omicida conoscesse la vittima. Anna Gombia, 75 anni, era vedova e pensionata: quel mattino del 19 giugno 2012 fu uccisa mentre passeggiava con il cagnolino dell’amica parrucchiera nell’area verde lungo il Panaro. Venne colpita più volte alle spalle con un ramo e poi il suo cadavere fu trascinato poco distante, vicino a un cespuglio. Negli anni scorsi una persona fu iscritta nel Registro degli indagati, salvo poi essere subito scagionata. A oggi nessun risulta indagato. Ma quattro anni dopo, forse, il giallo di Savignano è più vicino alla soluzione.