Parte la fase di sperimentazione della fusione tra il Policlinico e l’ospedale di Baggiovara. A ciascuno specifiche aree di intervento per la sanità territoriale

Oggi, primo luglio, è il giorno fissato per l’avvio della sperimentazione della fusione tra i due ospedali modenesi, Policlinico e Sant’Agostino Estense di Baggiovara. Si va verso un polo ospedaliero unico, di qualità elevata, che dovrebbe diventare il secondo in Emilia Romagna.

All’ordine del giorno non c’è solo il taglio di circa 70 posti letto, ma anche il riordino delle reti cliniche provinciali, vale a dire la ridefinizione dei percorsi assistenziali sul territorio, e la distribuzione delle specializzazioni.

Per quanto riguarda i due nosocomi, presso il Policlinico andrebbe il maggior numero di letti per l’ambito internistico o specialistico, mentre a Baggiovara si va verso il superamento delle medicine ad indirizzo specialistico e l’introduzione del modello assistenziale per intensità di cura.

Il primo sarà punto di riferimento nelle aree: salute della donna e bambino, oncologia, medicina specialistica e rigenerativa, malattie rare e infettive, centro trapianti.

A Baggiovara vanno invece le neuroscienze, le chirurgie, l’endoscopia interventistica digestiva, la chirurgia vascolare, la gestione dell’emergenza/urgenza e delle patologie tempo dipendenti, l’emodinamica, i gravi traumi e l’ictus.

Ciascuna struttura, al di là della propria funzione hub per specifiche attività, continuerà inoltre ad essere attiva per il bacino d’utenza territoriale che le è proprio, al fine di garantire le cure primarie alla popolazione.