L’uomo era stato condannato a 23 anni di carcere, ma ha scontato 18 mesi. Pena sospesa per motivi di salute: “In cella ha perso 30 chili”

Era stato condannato a 23 anni di carcere, ma da oggi, dopo appena 18 mesi di detenzione, è di nuovo in libertà. “Le sue condizioni di salute non sono compatibili con la prigione”, ha stabilito il Tribunale di sorveglianza di Bologna. Vittorio Miani lascia così il carcere Sant’Anna, dove era recluso per l’omicidio dell’ex amico e socio Franco Gatti, avvenuto il 29 luglio del 2010 a Sassuolo. Nell’istanza presentata dall’avvocato Mario Marchiò, si sottolineavano le patologie e il degrado fisico sofferti da Miani, 77 anni, che dietro le sbarre avrebbe perso ben 30 chili di peso. L’uomo in primo grado era stato condannato all’ergastolo, in appello la pena era stata ridotta a 23 anni di carcere: condanna divenuta definitiva il 17 settembre 2014, con la pronuncia della Corte di Cassazione. Miani è ritenuto colpevole di omicidio volontario e occultamento di cadavere. In quell’estate del 2010, Franco Gatti, sassolese, rappresentante di piastrelle, all’epoca dei fatti 61enne, sembrava inizialmente scomparso nel nulla. Passarono giorni prima che i Carabinieri trovassero il suo corpo senza vita in fondo ad un pozzo a Casalgrande, provincia di  Reggio, ucciso con due colpi di fucile. L’arma del delitto non fu mai trovata. Fu l’analisi delle celle telefoniche ad inchiodare Miani. Motivi economici, secondo i giudici, sarebbe stati all’origine dell’omicidio. Di qui le condanne in tutti e tre i gradi di giudizio a carico dell’uomo. Ora il decorso della pena a è stato sospeso, ma, considerati i suoi 77 anni d’età, Miani difficilmente  tornerà in carcere.