Dopo i 4 giorni di febbraio, il mese prossimo si raddoppia: 9 giorni di cig tra il 21 marzo e il 3 aprile. Fiom: “Chiarezza sul futuro del sito modenese”

Nubi sempre più nere sullo stabilimento Maserati di Modena: in via Ciro Menotti aumenta il ricorso alla cassa integrazione. Se a febbraio l’azienda ha utilizzato l’ammortizzatore sociale per 4 giorni, il mese prossimo si raddoppia con ben 9 giornate di cassa integrazione previste tra il 21 marzo e il 3 aprile. Coinvolti complessivamente 304 dipendenti, 250 dei quali operai e i restanti negli uffici. Maserati giustifica il ricorso alla cassa integrazione con la necessità di allineare i volumi di vendita alla capacità produttiva. Le difficoltà del Tridente derivano, da un lato, dal calo del mercato cinese, ma, dall’altro, si dice, pure da obiettivi commerciali non raggiunti: le vendite, in altre parole, starebbero crescendo ma non al ritmo che si sperava. E poi, va detto, lo stabilimento di via Ciro Menotti è ritenuto poco strategico dall’amministratore delegato del Gruppo Fiat, Sergio Marchionne, che vede Modena più come centro di progettazione ingegneristico. E i numeri certificano il declino: nel 2015, la fabbrica ha prodotto 32.700 Maserati contro le 41.800 dell’anno precedente. Gran Turismo e Gran Cabrio, i modelli realizzati in via Ciro Menotti, sono ormai datati nella gamma del Tridente. L’aumento della cassa integrazione non fa che alimentare le preoccupazioni dei sindacati, Fiom in testa. Le tute blu della Cgil chiedono agli alti dirigenti di Maserati di venire a Modena “per dire con chiarezza cosa sta succedendo negli stabilimenti e quali sono le prospettive del sito modenese”.