Si tratta di tre lituani: arrestati a Trieste mentre stavano per effettuare un colpo analogo. Fondamentale la collaborazione tra la Questura triestina e quella di Modena

Il 4 novembre scorso, a Modena, avevano rapinato la gioielleria di via Selmi e pestato il titolare e si erano dati alla fuga facendo perdere le loro tracce. Esattamente tre mesi dopo, hanno tentato un colpo uguale in una gioielleria nel centro di Trieste. Ma questa volta sono stati acciuffati. Sono in tre, tutti di nazionalità lituana: un commando in piena regola. E decisiva per arrestarli è stata la collaborazione tra la Squadra Mobile triestina e quella modenese.

Come nel caso di via Selmi, i tre erano armati di bomboletta spray urticante e di fascette da elettricista per immobilizzare la vittima. Come nel caso di via Selmi, anche a Trieste, il giorno prima di entrare in azione, uno dei tre aveva effettuato un sopralluogo fingendosi clienti. Il gioielliere è stato insospettito dai volti, dall’accento e dalla fisicità dei personaggi. Di qui la chiamata alla Polizia. Visionate le immagini delle telecamere di videosorveglianza, la Mobile triestina le ha poi inviate agli organi investigativi delle altre Questure, ricevendo riscontro positivo dalla Questura di Modena sull’identità di uno dei due soggetti ritratti, ritenuto proprio tra gli autori della rapina di via Selmi. A quel punto è scattato un servizio di appostamento mirato nel centro di Trieste, nei pressi della gioielleria. L’arresto è scattato poco dopo le 10, quando i due uomini, sono entrati nel negozio.

In manette sono così finite Mantas Lukauskas, di 36 anni, Andrius Klasavicius, 30 anni e il complice Edvinas Petruskeviciusdi, 26 anni: quest’ultimo, che li attendeva in auto, aveva già impostato il navigatore satellitare per la fuga verso la Macedonia: dove, forse, li attendeva il ricettatore. Ora sono in carcere a Trieste con l’accusa di tentata rapina aggravata.

Intervista di Tele4: Marco Calì, Capo Squadra Mobile Trieste