I carabinieri sono partiti sentendo quelli della sezione dove lavorava la maestra. Ma non si fermeranno qui

24 genitori per iniziare, poi si vedrà, nell’ambito di un’indagine in cui si vuole approfondire ogni risvolto della vicenda. I carabinieri di Pavullo hanno iniziato a sentire in caserma padri e madri della sezione S della scuola d’infanzia Mariele Ventre in cui lavorava la maestra Manuela Giacomozzi per capire di più sui presunti maltrattamenti e offese ai danni dei loro bambini. Li hanno convocati telefonicamente, dopo che l’insegnante è finita ai domiciliari, fissando i vari appuntamenti per le deposizioni. Un colloquio di una mezz’oretta circa per ciascuno, in cui partendo da alcune domande di inquadramento i militari lasciano poi spazio alla libera testimonianza su elementi giudicati utili alle indagini. Ma non si tratta solo di un’acquisizione prove: i carabinieri infatti, come testimoniato da diversi genitori, danno anche una sorta di supporto morale, ascoltando gli sfoghi e tranquillizzando sulla prosecuzione della vicenda, che vedrà il massimo impegno nella ricerca degli elementi probatori. Dopo i genitori a diretto contatto con la Giacomozzi, verranno sentiti anche quelli delle altre sezioni, partendo da chi si vuole presentare spontaneamente. Poi molto probabilmente verranno sentite anche le insegnanti, a cui per prima cosa sarà chiesto come è stato possibile non accorgersi di nulla e quindi non denunciare. Non è escluso che gli interrogatori arrivino anche ai bidelli, nell’ambito di non meno di due settimane di colloqui. Intanto, per domani sera alle 20 resta fissata la manifestazione dei genitori davanti alla scuola, voluta per sensibilizzare sull’accaduto e chiedere che non si ripeta mai più.