Caso del Lambrusco e l’ipotesi di liberalizzare il nome da parte dell’Unione Europea: prosegue la battaglia del Consorzio per tutelare le aziende del territorio

Passano i giorni e per i produttori di Lambrusco aumenta la preoccupazione. Il Consorzio Tutela del noto vino prodotto nel modenese soprattutto a Castelvetro e Sorbara, ha inviato una lettera al Ministro per le politiche agricole Martina chiedendo di prendere tutte le iniziative affinché le ipotesi dell’Unione Europea di liberalizzazione non si trasformino in proposta di regolamento. La problematica che riguarda il Lambrusco nasce dall’idea della Commissione Agricoltura dell’Unione Europea di liberalizzare l’uso dei nomi oggi riservati ad alcuni vini: a rischio sono ovviamente quelli che prendono il nome dal vitigno e non dal luogo di produzione. Le imprese produttrici di Lambrusco DOP e IGP temono che l’intenzione della Commissione possa portare vantaggi ad aziende estere determinati dalla fama e dalla diffusione commerciale che, come nel caso del Lambrusco, sono frutto invece di un’area geografica ben precisa: Modena, Reggio Emilia e Mantova. Le ultime voci preoccupanti in questo senso sono giunte da Spagna e Portogallo, dove si produce il vino con i vitigni del lambrusco e quindi le imprese di quel territorio vorrebbero veder concesso il diritto di scrivere la parola ‘Lambrusco’ sulle loro etichette. L’ipotesi di liberalizzazione sta facendo di fatto tremare anche le aziende modenesi che dal 1970 hanno trasformato l’umile vino, come era comunemente chiamato allora, a un prodotto da salotti buoni dei giorni nostri. Il Lambrusco DOP e IGP da oltre 20 anni è il vino italiano più esportato nel mondo e gli ultimi dati hanno confermato la crescita: nel 2014 sono state prodotte più di 180 milioni bottiglie, il 63% delle quali destinate all’esportazione. Per dar voce al timore di perdere l’esclusività del marchio legato alla zona, sabato prossimo è stato organizzato un convegno ad Arceto di Scandiano con ospite il ministro Maurizio Martina, la Regione, i sindaci e i consorzi.