Appennino diviso sui botti di Capodanno: tre Comuni li hanno vietati, gli altri si appellano al buonsenso

I botti di Capodanno fanno discutere anche in Appennino, dove non tutti la pensano allo stesso modo. A Pavullo per la prima volta è stata emessa un’ordinanza con la quale li si vieta fino al 6 gennaio, al di fuori delle manifestazioni autorizzate, intendendo prevenire sia la possibilità di danni fisici  per chi li maneggia o ne può venire colpito, sia l’incolumità degli animali, particolarmente sensibili agli scoppi. Il divieto mira quindi a tutelare sia le aree pubbliche che quelle private che potrebbero essere interessate dalle ricadute dei lanci, prevedendo per i trasgressori multe da 25 a 500 euro. Ordinanza anti-botti anche a Polinago, ma in questo caso senza scadenza, con l’intento di disciplinare in maniera più generale il ricorso a petardi e fuochi nell’ambito delle feste, consentiti solo previa autorizzazione. Ed è stop anche a Prignano, non però in base a un’ordinanza, ma a un regolamento di polizia urbana che risale a fine 2014 e prevedeva già il divieto di lancio in area pubblica con conseguenti sanzioni. A Serra invece si è tenuta una posizione diversa: si è valutata l’opportunità di un’ordinanza ad hoc, ma alla fine si è preferito optare su un messaggio di sensibilizzazione all’utilizzo responsabile, “convinti – si legge nella nota – che per scoraggiare i comportamenti sbagliati le ordinanze dei sindaci abbiamo un effetto limitato, mentre è fondamentale il senso civico”. Posizione che ha dichiarato di sottoscrivere anche il sindaco di Sestola, ed è comune di fatto agli altri paesi che si appellano al buonsenso.