Il comitato della scuola di Lanfranco si schiera contro il percorso intrapreso dal Comune sul futuro dell’istituto. Partita una petizione per non veder svanire un’eccellenza costruita negli anni con docenti di alto livello

Il comitato della Lanfranco non ci sta e scende in campo. Dopo la riunione compartecipata, oltre 150 i presenti, è stato deciso alla unanimità di respingere le proposte avanzate dall’amministrazione comunale in merito al futuro della scuola statale secondaria Lanfranco. Il comitato, assieme a una delegazione del Corpo Docenti, vuole impedire che le scuole medie in questione vengano smembrate. Nel 2016 tre sezioni, scrivono i una nota i genitori, migreranno alle Mattarella, una nuova scuola media in fase di costruzione, tra l’altro come elementare e non come scuola secondaria. Si tratta di una presa di posizione forte in nome della realizzazione, secondo i genitori di un progetto approssimativo, del tutto teorico, frettoloso e temporaneo. Il comitato, per comunicare la situazione di disagio, prima di dare corso ad azioni ancora più altisonanti, ha deciso di partire con una petizione. I genitori hanno paura di veder scomparire un’eccellenza scolastica, perché così viene ritenuta la scuola media Lanfranco, una realtà che funziona bene grazie al lavoro di bravi dirigenti e di un gruppo di insegnanti di alto livello. La protesta dovrebbe finire anche sul tavolo del consiglio comunale giovedì 26 novembre, a ridosso della scadenza del 30 novembre, quando la decisione sullo smembramento, per legge dovrà essere presa. L’aspetto che più preoccupa il Comitato è la continuità didattica e si chiedono se sarà ancora garantita. L’allarme nasce dal fatto che i docenti sulla base di una graduatoria interna dovranno scegliere in quale delle sedi saranno trasferiti, quindi alla Lanfranco, alla Guidotti, o alla Mattarella. Quindi alla chiusura della riunione i genitori hanno chiesto all’amministrazione comunale di sospendere il progetto di costituzione del decimo comprensivo e la formalizzazione di una commissione di studio o un tavolo di lavoro per la zona sud di Modena per operare con maggiore oculatezza. Ora si attende la risposta del Comune, anche se pare che Muzzarelli non abbia intenzione di fare passi indietro sulle sue posizioni.