La maggioranza delle attività agricole in provincia è ancora condotta da chi ha più di 70 anni, ma i giovani cominciano a farsi sentire

I giovani e l’agricoltura? Calano le aziende ma aumentano i neo diplomati o laureati che scelgono di lavorare nei campi. I numeri ancora stentano, ma c’è comunque un’inversione di tendenza. Modena e provincia, rispetto alle altre realtà regionali, sono tra i territori più in crescita in questo campo che a volte può essere uno sbocco per l’occupazione. Nel 2015, con le rilevazioni dei dati fino a giugno, sono circa un centinaio le aziende guidate da imprenditori della nostra provincia sotto i 30 anni, mentre la classifica regionale degli under 40, piazza Modena al secondo posto: su più di 5 mila ditte agricole condotte da giovani, sono poco più di 800, superate di poco da quelle del bolognese che comandano la graduatoria arrivando a 819. Nel modenese però i dati indicano che la voce del padrone la fanno ancora gli over 70 enni che hanno in mano ancora il 70% delle attività. Numeri legati ai giovani ancora piuttosto bassi, ma che fanno intravedere un raggio di sole, grazie soprattutto alle nuove tecniche che vedono alla ribalta un’agricoltura innovativa e digitale, anche se sempre con uno sguardo al passato. I nuovi contadini che si occupano del settore sono infatti giovani, in buona percentuale donne, in diversi casi laureati, con esperienze pregresse nel terziario. Spesso i neocontadini hanno ereditato la terra e l’azienda dal padre o dal nonno e il loro intento è di rinnovare il comparto agroalimentare, ma ripartendo dai valori e dalle attività tradizionali, dai prodotti e dalle filiere locali, piuttosto che modernizzando esclusivamente in chiave di economia di mercato.